L’importanza degli studi umanistici nell’attuale mondo del lavoro

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Nel corso degli ultimi anni è cambiato profondamente il modo in cui il mondo del lavoro guarda alle lauree umanistiche: non sono più considerate semplici percorsi culturali o “di nicchia”, ma titoli che garantiscono l'acquisizione di competenze trasversali, empatia, creatività, comunicazione e pensiero critico, abilitàsempre più richieste in vari settori. Mentre la tecnologia avanza, molte aziende si rendono conto che le macchine possono automatizzare procedure ma che servono persone che sappiano interpretare, mediare, comunicare, raccontare storie, capire l’altro. In Italia questa trasformazione è visibile nei numeri, nei settori di impiego e nell’offerta formativa. In questo articolo approfondiamo dati e opportunità per i laureati in ambito umanistico.

I dati occupazionali in crescita

Un dato recente del Rapporto AlmaLaurea 2025 mostra che il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo tra tutti i laureati è pari al 78,6%, il valore più alto dell’ultimo decennio. Anche se i dati non sempre scorporano le discipline umanistiche da quelle scientifiche per alcune metriche, ci sono evidenze che gli studi umanistici stanno beneficiando del trend di valorizzazione delle competenze non tecnologiche. C'è inoltre un dato molto interessante da valutare anche dal punto di vista economico: i laureati in discipline umanistiche non sempre hanno stipendi elevati in ingresso, ma a medio-lungo temine riescono a recuperare anche questo gap, grazie a esperienza, formazione continua ed esperienze all'estero. Bisogna tuttavia sottolineare che, soprattutto in ambito umanistico, c'è un disallineamento con le competenze acquisite e applicate realmente nel lavoro, indice che questo tipo di lauree richiedono ulteriori investimenti nella formazione per avere risultati più soddisfacenti sul lavoro.

I settori di impiego più promettenti

Nonostante un gap tra competenze richieste e competenze acquisite, con l'evolversi del digitale e degli strumenti legati alla narrazione online, le lauree umanistiche trovano sbocchi concreti in diversi ambiti: formazione e insegnamento, comunicazione (marketing, media, contenuti digitali), editoria, traduzione, relazioni internazionali, musei e beni culturali, enti locali e turismo culturale. Emergono inoltre nuove figure professionali come l’ethicistnella tecnologia, il content strategist, il social media manager esperto di storytelling o il consulente per la diversità culturale. Tutte professioni che richiedono sensibilità umanistica combinata a competenze digitali. Queste valutazioni si riflettono sulle previsioni del fabbisogno annuo di laureati in discipline umanistiche, che tra il 2021 e il 2025 è pari a circa 13.500 unità, una cifra che in alcuni casi supera quella richiesta da discipline STEM.

L’offerta formativa in evoluzione

All'aumento della richiesta e all'espandersi delle opportunità lavorative, corrisponde un adeguamento della proposta formativa italiana, incrementando le possibilità di accesso lavorativo e di aggiornamento, tanto che oggi come oggi, tra scienze filosofiche e materie linguistiche, anche gli esempi di laurea magistrale online, come quelle proposte da Unicusano per fare un esempio, sono molteplici e consentono un approfondimento più mirato in confronto al classico percorso di studi triennale. Analizzando i vari piani di studio delle laurea umanistiche di recente realizzazione, ci si rende conto che alle discipline classiche del settore si sono aggiunte materie che rispondono alle esigenze attuali, legate soprattutto allo storytelling digitale, alla creazione di contenuti multicanale e all'implementazione dei sistemi basati sull'AI.

Le soft skills e le prospettive future

Un aspetto che emerge con forza per l'inserimento lavorativo dei laureati in discipline umanistiche è il ruolo delle soft skills: capacità di comunicazione, lavoro in team, problem solving, adattabilità culturale. Le aziende, negli annunci di lavoro, spesso inseriscono come requisito per lavorare anche la capacità di raccontare, scrivere bene, comprendere contesti complessi, mediare tra culture e discipline. Su questi aspetto, secondo i dati, spesso si crea un mismatch e 8 aziende su 10 dichiarano di non trovare le competenze richieste. Le nuove lauree in discipline umanistiche e la capacità di chi ha competenze di questo tipo a perfezionare alcune conoscenze, potranno però fare la differenza.

Gli umanisti e l’Intelligenza Artificiale

Un ambito particolarmente interessante per un inserimento proficuo dei laureati in discipline umanistiche è quello del digitale e dell’intelligenza artificiale. Sempre più spesso, i grandi player tecnologici vanno alla ricerca di professionisti con background umanistico per occuparsi di AI ethics, comunicazione dei dati e sviluppo di interfacce inclusive. La sensibilità linguistica e filosofica diventa cruciale per allenare i sistemi a evitare bias e allucinazioni, garantire una comunicazione chiara e sviluppare applicazioni che rispettino la diversità culturale. Il vero obiettivo quindi per i laureati in discipline umanistiche è quello di saper integrare le competenze relazionali e comunicative, essenziali per rendere performanti i sistemi AI, a conoscenze tecniche che consentano di interagire con le macchine. Un aspetto che renderà questi professionisti fondamentali per l'avanzamento tecnologico.