Legge 104: come gestire i permessi della badante

L'ambito dell’assistenza agli anziani è regolato da leggi molto precise in merito a obblighi contrattuali, diritti e doveri della badante e delle famiglie degli assistiti. Proprio perché le leggi in materia sono piuttosto rigide e subiscono spesso aggiornamenti e modifiche, è fondamentale affidarsi a chi a Roma si occupa quotidianamente di assistenza anziani a domicilio, come AES Domicilio, Agenzia Badanti Roma. In questo articolo spieghiamo in modo più approfondito che cosa prevede la legge 104 per chi si prende cura di familiari disabili o non più autosufficienti. La questione normativa infatti pone un problema: se ad un lavoratore spettano dei giorni di permesso retribuito per assistere il proprio familiare a carico, resta da capire se questa legge è valida anche per chi può contare sulla presenza di una badante o collaboratore domestico. Vediamo insieme che cosa stabilisce la legge.

Badanti e permessi retribuiti: che cosa dice la Cassazione

La legge 104 fa riferimento alla legge quadro risalente al febbraio 1992 introdotta con lo scopo di assicurare adeguato sostegno sia all’individuo disabile/anziano di Roma che ai familiari chiamati a prendersi cura di loro. La normativa dà la possibilità ai lavoratori del settore privato e pubblico di ottenere 3 giorni di permessi mensili retribuiti, frazionabili anche a ore, per assistere i familiari portatori di handicap grave. Di per sé, la legge non fa esplicito riferimento alla possibilità di richiedere i permessi retribuiti a fronte della presenza di una badante. Per fortuna, un intervento della Corte di Cassazione ha chiarito questa mancanza, stabilendo che il lavoratore dipendente che gode della 104 ha diritto a tutti i benefici elencati dalla legge anche se il familiare con handicap grave è assistito per la maggior parte del tempo da una badante o collaboratore domestico. Un segnale molto positivo, perché chiarisce in modo evidente la differenza tra un collaboratore domestico e i familiari: la prima figura non può in nessun caso sostituirsi all’altra, e se i familiari desiderano contribuire alla cura dei propri parenti non più autosufficienti, la legge deve garantire questo diritto al di là della presenza o meno di una badante in casa. Non solo; nell’ultimo anno, la legge è stata ulteriormente ampliata garantendo maggiori benefici per le famiglie. Vediamo in che modo.

Agosto 2022: come è cambiata la legge 104 per famiglie con anziani non autosufficienti a carico

A partire dal mese di agosto del 20220, la possibilità di usufruire della legge 104 è stata estesa a più familiari, sottolineando come sia necessario e utile che ogni familiare presti assistenza e cura al disabile durante la giornata in cui richiede il permesso. Ad esempio, se due figli si occupano di una madre disabile, entrambi avranno diritto ai permessi, mantenendo comunque il limite di 3 giorni totali al mese. Questa novità è stata introdotta dal Decreto Legislativo n. 105/2022, che, tra le altre cose, estende il diritto al congedo straordinario anche al convivente di fatto. Del resto, i familiari hanno un legame emotivo unico con l'anziano e possono offrire un sostegno emotivo prezioso. La presenza e l'affetto dei familiari contribuiscono a creare un ambiente confortevole e rassicurante per l’assistito, rafforzando il suo benessere emotivo. Inoltre, se i familiari hanno la possibilità di dedicare del tempo al proprio parente, possono essere coinvolti attivamente nella cura dell'anziano e lavorare a stretto contatto con la badante. Possono collaborare nell'elaborazione di piani di assistenza, condividere informazioni importanti sulla salute e il benessere dell'anziano e prendere decisioni in collaborazione con il caregiver. Un vantaggio decisamente auspicabile per qualunque collaboratore domestico. Parallelamente, con l’estensione della legge sono arrivate anche nuove strette sui controlli per verificare che non ci si approfitti delle agevolazioni di cui si gode. Una prima fase di controllo riguarda l’accertamento dello stato di non-autosufficienza, procedendo con la Commissione medica legale dell’Asl. Una seconda fase di controllo è legata agli abusi dei permessi 104 da parte dei beneficiari. Nella sostanza, si procede con il verificare che il familiare dedichi realmente le ore di permesso alla cura della persona non autosufficiente. Se la persona incaricata di assistere il disabile grave durante le ore o i giorni di permesso retribuito utilizza questo tempo a disposizione per fare tutt’altre attività, entro 60 giorni dalla data di notifica della visita scatta la revoca di tutti i benefici.