Rifiuti: dall’antichità ai giorni nostri
Quando pensiamo alle civiltà del passato ci vengono sempre in mente le Piramidi, il Partenone, il Colosseo, le più mirabili opere dell’intelligenza e del lavoro umano. Tuttavia, sin dall’inizio dei tempi più antichi, l’uomo si è ritrovato ad affrontare un problema che poi lo ha perseguitato per migliaia di anni e in forme diverse ci perseguita ancora oggi, quello dei rifiuti. È una storia millenaria ed un po’ l’altra faccia della medaglia, dall’incenso e dagli splendori al tanfo e alle pestilenze.
La storia dei rifiuti
Nella Preistoria, quando i nostri progenitori erano nomadi e si spostavano in continuazione per procacciarsi del cibo, il problema dei rifiuti non esisteva. Infatti, vagabondando da un luogo ad un altro i rifiuti non avevano il tempo di accumularsi pericolosamente. Le prime difficoltà sono apparse quando, con l’invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, l’uomo è diventato sedentario. Quando, cioè sono sorti i primi villaggi che col tempo sono trasformati in grandi città.
Dove finivano i rifiuti di queste grandi concentrazioni di uomini e donne?
Per secoli e secoli la risposta è stata una sola: per strada, nei cortili, nelle canalette, nei sottoscala o nei fossi. Un modo classico per disfarsi dei rifiuti è stato per millenni lanciarli dalla finestra. Le città del passato, insomma, non erano molto pulite e non profumavano. I rifiuti di quelle epoche remote li chiameremmo oggi organici, cioè le scorie di uomini e animali, gli scarti delle botteghe come quelle del macellaio o delle cucine. Una mistura infernale per l’uomo, ma un vero paradiso per una schiera infinita di parassiti, alcuni invisibili e pericolosi, come quelli delle epidemie. Epidemie, come la peste che tormentarono i nostri antenati per secoli e secoli. Una grande civiltà del passato cercò di affrontare il pericolo dei rifiuti in modo più attento: l’Antica Roma. Quest’ultima costruì una grande rete fognaria e ben 11 acquedotti, alcuni dei quali andavano a prendere l’acqua pulita a chilometri e chilometri dalla città. Questa fu l’idea moderna di rete idrica che allontanò i rifiuti dalla città. Con la caduta di Roma queste idee vennero accantonate e poi dimenticate. Nel Medioevo e poi nel Rinascimento, Le cose non andarono molto meglio, nelle città italiane ed Europeo centinaia di leggi e regolamenti, tentarono d’impedire l’accumularsi di rifiuti nelle vie cittadine, minacciando pene severissime per i trasgressori, ma senza molto successo. Spesso gli unici spazzini di quelle epoche erano i maiali che, girovagando nelle vie cittadine, mangiavano i rifiuti, ma ovviamente ne lasciavano altri. Una delle conseguenze della pessima condizione igienica fu il ritorno di epidemie terribili, come la peste.
Rifiuti: qual è l’approccio oggi
Solo alla fine del 1700 con la rivoluzione industriale e l’invenzione delle macchine a vapore e la straordinaria crescita delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, si riuscì a bonificare le città.
Ad oggi il lavoro di smaltimento dei rifiuti è sempre attivo e continuo, visto il numero crescente della popolazione, delle città e di conseguenza dei rifiuti. Per occupare la posizione di responsabile di gestone dei rifiuti, infatti, occorre fare dei corsi sui rifiuti. Prima, però, per diventare Responsabile della gestione, bastava fare un corso sulla gestione dei rifiuti, al termine del quale si dava un attestato, senza l’obbligo di aggiornamenti. Oggi i corsi sui rifiuti prevedono prima una formazione iniziale e poi, successivamente, ci sarà un esame scritto presso le sedi regionali dell’albo.